Biografia

Manuela Tedeschi nasce a Reggio Emilia 6 Aprile del 1976 e risiede a Cadelbosco Sopra di Reggio Emilia. Nel 1990 ha intrapreso gli studi presso l’Istituto Statale d’Arte Gaetano Chierici di Reggio Emilia, dove ha conseguito il diploma di Maestra d’Arte e la maturità d’Arte Applicata. Ultimati gli studi la passione per la pittura rimane, in un primo momento si cimenta in una pittura più figurativa, surreale e quasi metafisica, successivamente viene attratta ad esprimersi con una tecnica di pittura informale, materica, con l’applicazione di materiali diversi. Manuela ritiene che la pittura è un modo per comprendere la realtà e per esprimersi in essa, ognuno con la propria particolarità. L’osservazione della realtà diventa una visione personale, come traduzione di ciò che si vede col proprio linguaggio, cioè con l’uso e la padronanza del proprio mezzo pittorico. A Manuela piace osservare la realtà che la circonda, ne ascolta i rumori, ne respira i profumi e quando si trova davanti alla tela bianca si sente libera e la voglia di esprimere ed evadere prende vigore. I colori si mescolano, si fondono e diventano espressione delle sue manifestazioni, di ciò che vede…..una realtà tutta sua e così nasce la voglia di esprimersi con una tecnica di espressionismo astratto informale. La sua intensità espressiva ricerca forme nuove di comunicazione che raggiunge con l’applicazione di materiali sempre più disparati (carta d’alluminio, pastiglie di bronzo, carta d’oro, carta crespa dorata, barre di alluminio piegate a suo piacimento, legni, rami, rondelle di plastica e alluminio, guarnizioni di gomma ecc.), grazie ad essi riesce a completare le sue opere e soprattutto a realizzare ciò che aveva progettato. Tutto per Manuela è arte e fa parte di essa, qualsiasi oggetto, qualsiasi materiale se lo si osserva può essere fonte di espressione e ispirazione. L’astratto diventa liberazione e abbandono ad un atto di espressività libera, priva di dogmi e restrizioni. Manuela ama le forme, le linee, le piace osservarle, contemplarle ed è per questo che le utilizza molto nelle sue opere: il cerchio come simbolo di movimento, instabilità e infinito; il quadrato simbolo di figura armonica, stabile, sicura; il triangolo suggerisce equilibrio dinamico, indica uno spostamento e una direzione. Utilizzando nei suoi quadri materiali sempre diversi e concentrandosi sull’uso delle forme, l’intensità  di espressione diventa per lei sempre più incessante e la stimola a portarla a cercare un nuovo modo di comunicazione artistica. Un nuovo metodo che non si sofferma alla bidimensionalità della tela, ma la porta ad un approccio con la tridimensionalità dell’opera. Da qui nasce la sua forma di fare scultura. La voglia di creare qualcosa di diverso e di cimentarsi in opere del tutto differenti fanno delle sculture una forma nuova con la quale relazionare con l’osservatore.

Le sculture le danno modo di modellare e lavorare il legno (abete), di utilizzare metalli e materiali differenti che unendosi creano opere armoniche, equilibrate, estrinsecazione delle sue idee, di ciò che sente e prova. In questi anni ha partecipato a diverse mostre tra cui la Biennale Arteinfiera a Scandiano di Reggio Emilia e la Mostra D’Arte Contemporanea presso Palazzo Forti a Sabbioneta di Mantova. Ha inoltre esposto le sue opere, in disparate gallerie d'arte sitate in diverse città italiane, tra cui Udine, Torino, Cremona, fino ad arrivare a Barcellona in Spagna.  Per ampliare la propria conoscenza in campo artistico, ha anche frequentato un corso di decorazione murale e un corso di trompe l’oeil a Bologna presso lo Studio d’Arte La Goccia di Irma Fiorentini.